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BARRIERA DELLA QUERCE. 75

la ridento collina di Majano. Nel XIV secolo era de’ Baldesi ed a’ primi del successivo dei Bardi che la ridussero a palagio. I figli di Bardo di Francesco de’ Bardi la venderono nel 1447 a Giovanni di Niccolò Tegliacci e da quel tempo la villa prese il nomignolo dal cognome de’ suoi possessori dai quali passò poco dopo nei Conti Orsini di Pitigliano e successivamente nei Rucellai loro creditori.

Questi la tennero fino al giorno 8 ottobre 1517 in cui la venderono ai Dal Borgo da’ quali la comprò nel 1531 Alamanno d’Averardo Salviati. Dai Salviati che rabbellirono, forse coll’opera dell’architetto Gherardo Silvani, che la circondarono d’un giardino e di comodi annessi, facendone sede di splendide feste e di sontuosi convegni, la villa mutò nuovamente il nome in quello di Salviatino, forse per destinguerla dal palagio che quella famiglia ebbe sopra al Ponte alla Badia di Fiesole. A questa villa deliziosa alludeva il Redi nel suo Ditirambo col verso.

«Del buon Salviati e del suo bel Majano»

Fu de’ Salviati fino all’estinzione della famiglia, gli amministratori della quale la venderono nel 1823 al Barone Francesco di Antonio Frilli maresciallo del Regno di Napoli. Da questi passò per eredità nei D’Almagro, poi per compra nei Pini, quindi, nel 1871 nel Prof. Girolamo Pagliano che vi eresse un’altissima e sproporzionata torre.

Il Conte Resse che acquistò di poi la villa, la fece restaurare nel carattere cinquecentesco dall’architetto Corinti, il quale opportunamente diminuì l’altezza della torre.

Nuovi abbellimenti sono stati fatti alla villa dall’attuale proprietario Principe Carrega di Lucedio il quale ha dato alla torre stessa proporzioni migliori, riducendola di forma simile a quella della villa Reale della Petraja.

Le Cave di Majano. — Sulla destra del torrente Mensola, nel fianco scosceso di Monte Ceceri, esistono da secoli alcune grandiose cave, comunemente chiamate le cave di Fiesole, dalle quali sono state tolte le pietre che hanno servito alla costruzione di molti edifizj cittadini. Le pietre più comuni che si traggono da questa località sono arenarie conosciute coi nomi di pietra serena e pietra