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38 | I DINTORNI DI FIRENZE. |
villa di Poggio-Gherardo, e nel secolo successivo fu della famiglia Giunti.
Poggio Gherardo. — A cavaliere della strada Settignanese, sorge sulla sommità d’un piccolo colle in mezzo ad un vago giardino attraversato da un ampio viale, questa villa che conserva l'aspetto d’un vecchio palagio di campagna o meglio d’un castelletto. Le alte mura sono coronate di merli, nel centro del fabbricato s’inalza una torricella e attorno ricorrono solide muraglie a guisa di bastioni. In origine fu difatti un luogo fortificato, perchè le vicende fortunose de’ tempi esigevano che le campestri dimore delle potenti famiglie fossero in caso di resistere agli assalti dei rivali ed alle frequenti scorrerie delle milizie di ventura assoldate dalle repubbliche nemiche. Apparteneva alla famiglia Mancini, in danno della quale i Ghibellini vittoriosi a Montaperti distrussero tre case de’ figli di Guido che sorgevano dentro la cerchia murata. Risarcito dipoi, il Palagio di Corverciano fu de’ Magalotti consorti de’ Mancini e successivamente dei Magaldi e, degli Zati che lo possedevano nel 1427. Nel 1433 lo comprarono i Gherardi dai quali ebbe il nome di Poggio Gherardo. Dal XV secolo fino a’ nostri giorni restò in possesso di questa famiglia, fino a che gli ultimi del ramo Gherardi-Uguccioni lo venderono ai signori Ross proprietarj attuali, i quali hanno convenientemente restaurato ed abbellito quel vago soggiorno. Secondo la tradizione, Giovanni Boccaccio, vagando insieme alle sue novellatrici sulle dolci colline desolane, dove cercava un rifugio ed un conforto ai pericoli ed alle malinconie della pestilenza che desolava là città, si sarebbe fermato tre giorni in questa deliziosa dimora campestre allietata, allora come oggi, dall’incanto de’ fioriti giardini. I Magaldi, quand’erano padroni di questa villa, fabbricarono nelle vicinanze un oratorio intitolato a S. Jacopo del quale non si hanno più tracce. Nel 1321 difatti Meglino di Jacopo ordinava per testamento di costruire cotesto oratorio di S. Jacopo posto nel popolo di S. Martino a Mensola ed in parte in quello di Coverciano e lasciava