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BARRIERA ARETINA. | 25 |
piobbesi fu venduta da Francesco di Taddeo Donati a Nastasio di Buonaguida Tolosini.
Proseguendo il cammino, si giunge alla parte più moderna del borgo di Compiobbi, dove sono opifici messi in moto dall’antica gora ricordata e dov’é pure la Stazione ferroviaria di Compiobbi sulla linea Firenze-Roma.
Via di Pontanico. — Risalendo per un breve tratto il corso del torrente Zambra, oggi detto Sambre, che si scarica in Arno prima del borgo di Compiobbi, si giunge nel popolo di
Pontanico. — Vuole la tradizione che questo nome provenga da un antico ponte fabbricato dal console romano Sesto Anicio Probo. Il ponte a due archi che attraversa il torrente esiste sempre, per quanto restaurato più volte, ma la sua pila centrale si potrebbe ritenere come opera romana. Sempre secondo la tradizione, esisteva in una vicina altura anche un castello detto d’Anicio e difatti nel 1848 un fattore dei frati di S. Maria Novella rase al suolo dei grandi e solidi muraglioni di remota costruzione, ma che erano piuttosto resti di un edifizio del basso medioevo.
A Pontanico nacque 'Giuliano di Taddeo scultore che dopo la morte di Lorenzo Stagi proseguì a lavorare agli ornati di marmo del coro bellissimo della chiesa di S. Martino a Pietrasanta.
S. Maria a Pontanico. — Piccola chiesa modernamente rifatta e priva d’importanza artistica. Fino da tempo antico era di patronato della potente famiglia Compiobbesi, della quale si vede uno stemma del xiv secolo sulla facciata della canonica. Il quadro dell’altar maggiore è del Cav. Curradi e fu concesso alla chiesa dalle RR. Gallerie. Di oggetti d’un certo pregio sono da notarsi un ciborio di marmo del XV secolo ed una croce processionale di rame dello stesso secolo.
Pajatici — Casa Mari, che sorge sopra ad un poggio dove esistevano i resti d’un antico edifizio. Fu villa dei Mancini, poi dei Magalotti e fece parte de’ beni del Priorato di S. Stefano fondato dal Senatore Ottavio Magalotti.