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336 I DINTORNI DI FIRENZE.

un piccolo tugurio dove si ritrasse a far vita di preghiera e, venuto a morte, lasciò ogni suo avere per la costruzione di un monastero. E un monastero difatti sorse poco lungi dal torrente Terzolle nell’XI secolo ed in esso si stabilirono i canonici regolari di S. Agostino. Essi edificarono ancora un’ampia chiesa che l’arcivescovo Gerardo di Ravenna consacrò e dedicò a S. Donato il giorno 2 febbrajo del 1187.

Tre giorni dopo, Buono priore di S. Donato, dopo aver con calorose parole incoraggiati i crociati che s’eran qui riuniti prima di partire per Terra Santa, donava a Pazzino de’ Pazzi loro duce una bandiera di mirabil bellezza che sventolava sull’alto del tempio nel giorno della sua solenne dedicazione.

Nel 1235 i frati Umiliati entrarono in possesso di San Donato e fedeli alle loro tradizioni, profittavano della forza motrice dei vecchi mulini edificati dagli Agostiniani sull’Arno e sul Mugnone, per istituire un grandioso lanificio nel quale impiegarono un considerevole numero di artefici.

Ma la località quasi deserta, mancante di comode strade, minacciata di continuo dalle piene, era tutt’altro che propizia a favorire l’attività industriale di quei religiosi, i quali l’abbandonarono nel 1251 per trasferirsi in un nuovo locale presso S. Lucia sul Prato e poi, nel 1256 ad Ognissanti dove, edificato un ampio monastero, poterono dare un più largo sviluppo alle loro officine, valendosi della forza motrice de’ vecchi mulini dei Tornaquinci.

Agli Umiliati sottentrarono nel monastero di S. Donato le monache agostiniane che stavano a S. Casciano a Decimo in Val di Pesa e che ottennero dal Papa Alessandro IV di far passaggio alla regola Cistercense. Nel 1442 le monache di S. Donato furono unite a quelle dello stesso ordine chiamate di Cestello in Via di Pinti, ciò che permise loro di avere un comodo rifugio in Firenze tutte le volte che le guerre e le inondazioni rendevano pericolosa la loro vecchia dimora. Cosi anche durante l’assedio vennero nel convento di Pinti e S. Donato divenne il quartier generale del Conte di Lodrone. Nel 1809 il monastero venne soppresso e nel 1814 venduto al Conte Niccolò Demidoff gentiluomo russo, il quale impiegò veri tesori per trasformare