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310 I DINTORNI DI FIRENZE.

Ma è tempo ormai di compiere le nostre escursioni in questa parte dei dintorni di Firenze ritornando al punto in cui abbiamo lasciata la Via Vittorio Emanuele.

Passato lo stradone di Doccia, siamo nel territorio della Pieve di Sesto ed alle prime case della lunga borgata che costituisce il centro del paese.

Sesto Fiorentino. — Dal sesto miglio di distanza da Firenze lungo la via romana, trasse nome un modesto villaggio situato a breve distanza dall’antichissima pieve di S. Martino. Fin da tempo remoto ebbero dominio su questi luoghi i Vescovi fiorentini i quali, per mezzo de’ pievani loro rappresentanti, esigevano un annuo tributo dagli abitanti. Contro le vessazioni esercitate in nome de’ vescovi insorsero nel 1260 questi popolani, giungendo fino a rivolger minacce al pievano, sicché incorsero nella scomunica vescovile. Cessato il dominio de’ vescovi, Sesto divenne capo di una delle Leghe del Contado Fiorentino e insieme a Fiesole costituì una potesteria il cui giusdicente risiedeva alternativamente nei due capoluoghi.

Modesta però fu ne’ tempi lontani l'importanza del villaggio di Sesto, perchè l’aria malsana dei bassi piani che lo circondavano, ridotti quasi a condizione di paludi non ne favorivano lo sviluppo e fu solo dopo i costosi lavori di bonifica eseguitivi della repubblica, la quale provvide all’apertura di canali e di fossi che raccoglievano le acque stagnanti, che le condizioni dei luoghi poterono sensibilmente migliorarsi e favorire l’accrescersi della popolazione.

Attorno a Sesto parecchie celebri e potenti famiglie fiorentine ebbero palazzi di campagna ed estese possessioni e fra le altre ricorderemo specialmente i Della Tosa, gli Adimari, gli Albertì-Ristori, i Fastelli-Petriboni, i Nasi, gli Agli, gl’Infangati ecc. Nel cozzo terribile delle fazioni Guelfe e Ghibelline, Sesto vide i vittoriosi di Montaperti sfogar l’ira loro contro i beni de’ guelfi, distruggere o smantellare i superbi palagi e devastare le fiorenti campagne; e più tardi, nella lunga guerra fra Pisa e Firenze, dovette sottostare alle rapine ed alle arsioni rabbiose delle milizie dell’Agusto che audacemente si spinsero fin sotto le mura della città impreparata e impaurita.