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268 | I DINTORNI DI FIRENZE. |
modesto ed a forma di eremo fu concesso ai frati camaldolesi sostituiti nel 1291 dalle monache dello stesso ordine. Nel 1375 coteste monache, per sfuggire ai pericoli delle guerre, andarono a stare a Firenze nell’altro loro monastero della SS. Trinità in Via S. Gallo e non ritornarono a Boldrone che nel XVI secolo. Il monastero ebbe vita fino all’anno 1808 e dopo la soppressione venne ridotto a quartieri. La chiesa rimase aperta al culto e soltanto dalla metà del secolo scorso restò priva di ufiziatura. Nel secolo XVIII essa era stata restaurata ed arricchita di stucchi di stile barocco; ma da quell’epoca fu lasciata in abbandono ed oggi si apre soltanto una volta all’anno per la processione del Corpus Domini. In essa ebbero sepoltura diversi personaggi illustri fra i quali il letterato ed erudito Giuliano di Giovanni Ricci nipote di Niccolò Machiavelli, morto nel 1606; Elisabetta Salviati parente di Leone X morta badessa del monastero e in concetto di santità nel 1520 e Vincenzo Strozzi segretario di due pontefici morto nel 1625.
Tabernacolo di Boldrone. — Sull’angolo della Via S. Maria nel possesso Moriani è un tabernacolo a forma di maestà nel quale vedesi ancora, sebbene deteriorato, un importate affresco di Jacopo Da Pontormo.
Il Vasari parla di questo dipinto che rappresenta la Vergine piangente, S. Giovani Evangelista, S. Agostino e S. Giuliano e osserva come il Pontormo dimostrasse in esso le sue simpatie per la maniera tedesca.
Quarto. - Villa Moriani. — Apparteneva fino dal XV secolo alla famiglia Salvestri la quale la donò nel 1565 alle Monache di S. Pier Maggiore, perchè servisse come dote della cappella che essa aveva fondata in quella antica chiesa. Le Monache restarono in possesso della villa e del podere fino alla soppressione del monastero.
Chiesa di S. Maria a Quarto. — Dalla distanza in miglia romane da Firenze, ebbe nome questa collinetta fertile e ridente che staccandosi dalla pendice di Monte Girello va lentamente a declinare sulla sponda del torrente Terzolle. Due o tre borghetti o casali costituiscono il popolo in mezzo al quale sorge la vecchia chiesa che si trova ricordata in memorie del XIII secolo. Non serba