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BARRIERA DEL ROMITO | 237 |
Monte de’ Vecchi ora Monterivecchi. - Cappella. — Il poggio coperto di selve che limita dal lato di tramontana quella specie di bacino costituito dai colli di Careggi e che scende da un fianco nella valle del Terzolle e colla parte tergale nella valle di Terzollina si chiamò in antico Monte de’ Vecchi dal nome della potente famiglia che era padrona del luogo e che in seguito si disse de’ Vecchietti. Questi beni che furono devastati dopo la fatal giornata di Montaperti, passarono dipoi in possesso della Badia Fiorentina, l’abate della quale ottenne, nel 1320 da Messer Antonio vescovo di Firenze, di erigere sull’alto del monte «una chiesa con casa e campanile». La chiesa sorse nell’anno stesso e per decreto vescovile fu ammensata a quella di S. Bartolo a Greve o in Tuto che era pure dipendente dalla Badia di Firenze. La cappella, di proprietà Corradi, esiste sempre; ma non è più ufficiata per il pubblico.
La Torre di Monte Piano. - Villa Pellizzari. — La celebre famiglia dei Guidalotti detti Dell’Orco, che ebbe il suo palazzo in Firenze vicino a S. Maria Maggiore, possedeva in epoca remotissima parte di questo poggio boschivo che nella sua estremità occidentale, dal nome de’suoi proprietarj si disse il Monte de’ Vecchi. Nel 1359 Frondina vedova di Mico di Lapo Guidalotti ed altri di questa famiglia venderono il possesso dov’era pure la casa da signore, a Jacopo di Vanni Del Migliore per potere col ricavato dare esecuzione al lascito di 2000 fiorini fatto da Mico in favore dei Frati Predicatori di Firenze. I Del Migliore rivenderono nel 1363 cotesti beni ai Neri di Lippe, ossia ai Del Palagio, dai quali passarono dipoi ai Frati Serviti della SS. Annunziata. Nel 1475 Lorenzo il Magnifico comprò cotesti beni «per accomodita» com’egli dichiara nella denunzia della Decima «e per fare limosina» a detti frati, chè lo comprammo per la metà più che non» valeva». Ma i Medici rivenderono nel 1498 villa, poderi e boschi a Girolamo Gerini. Da lui passò nel 1504 ad Antonio di Bernardo Martolini il quale l’alienò nel 1512 a Giovanni di Francesco Buontalenti e questi ad un Ru-