Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/264

222 I DINTORNI DI FIRENZE.

dinghelli vendeva a Lorenzo e Niccolò di Piero suoi congiunti «un casamento bruciato e mezza loggia di una curia (corte) con orto in luogo detto la casa degli Ardinghelli con casolare e 60 stiora di terra per 600 fiorini d’oro». Ai primi del secolo successivo, la casa da signore già risarcita, apparteneva a Jacopo di Niccolò Malegonnelle, il figlio del quale, Niccolò la vendeva nel 1442 a Messer Piero Beccanugi illustre dottore di legge che nel 1433 prese possesso, per conto della repubblica, del castello di Livorno. All’estinzione di questa celebre famiglia, avvenuta nel 1500, la villa fu acquistata da Niccolò di Bernardo de’ Medici che nel 1534 la rivendeva a Lorenzo e Michele di Ottaviano Ubaldini. Nel 1597 Ottaviano di Lorenzo l’alienava ad Oretta di Vincenzo Bonaccorsi e nel 1670 dai Bonaccorsi ne faceva acquisto il Capitano Gio. Francesco Cardi da Cigoli, per rivenderla poco dopo al Marchese Obizo Malaspina. Il procuratore di Monsignor Pier Luigi Malaspina l’alienava nel 1700 a Carlo di Giovanni Gori i figli del quale la vendevano nel 1726 a Giovan Piero Paoli che alla sua volta la rivendeva a Ferdinando di Donato Orsi nel 1769.

Il Poggiolo o il Palazzo Bruciato. - Villa Ramber. — Anche questa villa ebbe a soffrire i danni dell’audace scorreria compiuta il 1° maggio del 1364 dalle milizie al soldo de’ Pisani ed ebbe comune con quello di Poggiolo il nomignolo di Palazzo Abbruciato più specialmente proprio dell’altra villa un giorno degli Ardinghelli. Fu dei Neroni detti di Diotisalvi, famiglia che venuta a Firenze da Maciuoli, s’inalzò ad alto grado di potenza. Nel 1427 appartenne a Messer Nerone di Nigi cittadino illustre che più volte rappresentò la repubblica in ambascerie importantissime. Il figlio di lui Nigi, a causa di una condanna avuta dagli Otto, dovette cedere in pegno questo suo possesso a Messer Bartolommeo Scala, celebre letterato e cancelliere della repubblica fiorentina che nel 1470 la teneva ad uso di villeggiatura. Restò la villa in possesso dei Neroni fino al maggio del 1558, epoca nella quale Alessandro di Diotisalvi la vendeva insieme al podere per 1400 fiorini d’oro a Messer Pandolfo di Luigi Della Stufa.