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BARRIERA DEL PONTE ROSSO. 213

Montughi. - Villa Houdacheff. — È una villa grandiosa e circondata da un ameno giardino che si distende sopra ad un rialzo del colle fra la chiesa di S. Martino ed il convento dei Cappuccini di Montughi. I più antichi possessori di questa villa appariscono i Bellincioni dagli eredi de’ quali la comprava nel 1463 Bartolommeo Del Giocondo. Il figlio di questi, la vendè nel 1516 a Benaccorso di Francesco Uguccioni e da questa famiglia, ne faceva acquisto nel 1603 Roberto Pucci. Per ragioni d’eredità entrò nel 1612 in possesso dei Capponi ai quali ritornò dopo un breve periodo di anni in cui fu del Marchese Francesco Riccardi marito di Cassandra Capponi. I Capponi ampliarono la villa e vi raccolsero anche una ricca ed importante armeria. Nella prima metà del secolo scorso appartenne al Conte di St. Leu, Luigi Bonaparte già Re d’Olanda che vi dimorò varj anni. Passò per eredità nei Bonaparte Principi di Canino che la venderono al patrimonio privato del Granduca Leopoldo II. In questa villa nacque Roberto Duca di Parma e villeggiò anche l’ultima Granduchessa di Toscana Maria Antonietta.

La Macine o il Pollaio. - Villa Rossi. — Dalla famiglia Boni del popolo di S. Maria Maggiore, che l’aveva già nel XIV secolo, la villa passò nel 1521 come dote di Lucrezia di Matteo Boni in Francesco di Tommaso Tosinghi, appartenente ad una delle famiglie che nei tempi delle fazioni ascesero al più alto grado di ricchezza e di potenza. Però quando Tommaso Tosinghi accusato come nemico della dominazione Medicea venne esiliato per ordine di Cosimo I, questo come altri possessi di lui venne confiscato e il Granduca, seguendo il suo sistema di largheggiare in doni co’ suoi fidi, la dava in dono a Giovanni Conti suo segretario. Dagli eredi di costui la faceva comprare nel 1615 Livia di Bernardo Vernazza genovese, donna di umilissima origine e di facili costumi, ma bellissima, che era riuscita a farsi sposare dal Principe Giovanni de’ Medici figlio di Cosimo I e di Eleonora degli Albizi. Cotesta donna però cadde in disgrazia del marito, si disse a causa delle sue sregolatezze, ma forse più per istigazione di casa Medici, sicché egli la relegò prima in una casa a Firenze, poi in