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200 I DINTORNI DI FIRENZE.

Pian di S. Bartolo. — È un piccolo borgo di poche case che fiancheggia la via Bolognese e che sorge a breve distanza dal Cimitero, nel punto dove si dirama la strada che guida a Basciano. Il nomignolo venne a questo gruppo di case dal titolo di uno spedaletto di pellegrini.

Spedale di S. Bartolommeo a Trespiano. - Casa Taddei. — Fin da tempo remoto fu qui uno di quei tanti ospizi o spedaletti che si costruivano lungo le vie maestre per dare alloggio ai pellegrini soprattutto e talvolta anche agli ammalati. Forse, a giudicarlo dall’antichità sua, questo di Trespiano, fu fondato dai Cattani di Cercina e dotato di beni. Nel 1278 è ricordo di un lascito di 5 lire che la Contessa Beatrice di Capraja fece nel suo testamento a favore di questo spedaletto. Nel 1354 doveva avere rendite abbastanza rilevanti, perchè con esse si potè restaurare la chiesa di S. Maria in Campo di Firenze che apparteneva al Capitolo di Fiesole.

Nel 1398 fu unito a questo un altro spedaletto di S. Lucia a Trespiano che era presso la chiesa parrocchiale, allora dedicata a S. Maria. Nel xvi secolo, questo, come i tanti altri ospizj congeneri, aveva quasi cessato di esercitare le sue primitive funzioni e più tardi venne soppresso ed incorporato nei beni del Bigallo. Fu venduto nel XVIII secolo ai Tartini ed oggi è di proprietà dei Taddei.

L’Aja. - Villa Bolaffi. — Troviamo questo possesso impostato fino da tempo lontano a certe Monache di S. Francesco di Fiesole, dalle quali passò dipoi fra i beni del Capitolo di Fiesole. Nel XVII secolo era a livello alla famiglia dei Riccomanni del Pannocchia che aveva le sue case in via del Proconsolo e da questa passò nel 1759 nella famiglia Scurzi che altri beni posssedeva già nel popolo di Trespiano.

L’Olivaccio. - Villa Taddei. — Nel XV secolo aveva beni in questa località l’antica famiglia Raugi che abitava a Firenze in Piazza de’ Signori sull’angolo del Chiasso de’ Baroncelli. Per un secolo fu dei Martelli, più tardi era di una famiglia Del Chiaro del gonfalone vajo. Nel 1749 essa la rivendeva a Giovanni Scurzi ed a questa famiglia lungamente appartenne.