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192 I DINTORNI DI FIRENZE.

le monache cistercensi, Papa Niccolò V incorporava il monastero della Lastra fra i beni della Cattedrale di Fiesole e l’edifizio venne trasformato e ridotto ad altri usi fino a che parte di esso fu destinato a canonica della nuova parrocchia di S. Croce al Pino.

La Lastra. — È un borgo di antichissima origine che ebbe un giorno notevole importanza per la sua posizione, servendo come luogo di sosta a chi venendo a Firenze o dirigendosi verso il Mugello percorreva la frequentatissima via Bolognese. Erano quindi in questo luogo, alberghi, osterie, ed anche uno spedaletto per i pellegrini. Verso la metà del decorso secolo, per attenuare la ripidità della strada che girava per due lati attorno al Monte Rinaldi, se ne spostò più in basso il tracciato ed il vecchio borgo tagliato fuori, perdette quei vantaggi dei quali per il corso di varj secoli largamente usufruì. Circa l'etimologia del nome di Lastra, gli scrittori che se ne occupano sono concordi nel ritenere che essa debba ricercarsi nei lastroni di macigno sui quali passava la strada scavata sul fianco del monte. Fra i ricordi storici che si riferiscono alla Lastra di Fiesole, o di Montughi come fu già chiamata, è specialmente notevole la sosta che vi fecero il 29 luglio 1304 i fuorusciti Bianchi per attendere i cavalieri di Pistoja che dovevano aiutarli in un audace tentativo contro Firenze. Infelice impresa fu quella. Erano 1600 cavalieri e 9000 fanti che sotto il comando di Baschiera Tosinghi avevano divisato di attaccar Firenze e tornarvi ad abitare colla forza delle armi; la soverchia precipitazione del Tosinghi che non volle attendere più oltre i soccorsi di Pistoja ed il timore che invase quelle milizie, fecero sì che l’impresa organizzata dapprima assai bene, terminasse con un insuccesso, giacché arrivati fino alla Porta degli Spadai, dopo un breve combattimento, i Bianchi retrocedettero, credendo d’aver che fare con forze maggiori e per varj sensi si sbandarono. Vogliono alcuni storici che fra i cavalieri convenuti qui alla Lastra fosse anche Dante Alighieri.

Pochi anni dopo, nel 1311, Niccolò vescovo di Bitonto e Pandolfo Ricasoli che venivano come ambasciatori di