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BARRIERA DELLE CURE. 157

cone. Nel 1767 tutti quanti i beni colla villa passarono all’Abate Ottavio Buonamici e più tardi ai Sandrini, famiglia che da oltre due secoli ha numerosi possessi nelle vicinanze di Fiesole.

Campucci. - Casa Sandrini. — Nel 1427 era casa da signore dei Salviati e si chiamava anche le Bonettole. Nel secolo successivo passò ai Tedaldi, nel 1658 ai Ronconi e più tardi ai Buonamici.

Bastiere già Battifolle. - Casa Sandrini. — Era un altra casa da signore alla quale derivò il nome che porta per essere appartenuta a Francesco di Bartolommeo bastiere. Nel XVIII secolo fu de’ Granchi, nel 1742 la comprarono i Ronconi e da loro andò nei Buonamici.

Il Cerro. - Casa Sandrini. — Casa da signore dei Buonajuti nel XV secolo, fu comprata nel 1658 dai Ronconi e poi come le altre precedenti passò nei Buonamici.

Torre Bonsi. — In antico Torre de’ Bonizi è il nome comune a due edifizj separati tra loro e di differente proprietà.

Torre Bonsi o Bonzi. - Villa Campolmi. — La villa è di moderna costruzione o per dir meglio, ricostruzione, perchè è l’ampliamento d’una vecchia casa colonica che un giorno servi ad uso di padroni. A questa villa è annessa una vecchia torre che ha dato il nome alla località e che in epoca remota fu della famiglia Bonizi da molti secoli estinta. Ai primi del XV secolo era dei Cavicciuli corsorti degli Adimari e nel 1486 Jacopa del fu Zanobi Macinghi vedova di Salvestro di Filippo Adimari Cavicciuli la vendeva a Giovanni del fu Salvestro Popoleschi. Più tardi i Popoleschi acquistavano una villa vicina e la torre quasi cadente colla vecchia casa da signore fu ridotta ad uso di casa da lavoratore che segui le sorti dell’altra, fino ad epoca moderna in cui, coll’aggiunta di nuove costruzioni, tornò all’uso antico.

Torre Bonsi. - Casa Gargiolli. — Fu anche questa un possesso antico dei Bonizi; nel 1427 apparteneva a Cipriano e Giovanni di Jacopo Rucellai dai quali, nella seconda metà di quel secolo, lo comprarono i Popoleschi. Vincenzo Popoleschi frate professo nel convento di S. Marco di Firenze portò i suoi beni in proprietà dell’Ordine Do-