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BARRIERA DELLE CURE. | 133 |
oggi la compongono ricordano la maniera dell’Angelico e di Lorenzo Monaco. Nella volta della cappella del vescovo Salutati sono dipinti gli Evangelisti, opere che si avvicinano al fare del Baldovinetti, del Gozzoli e di Cosimo Rosselli; nella cripta sono nove lunette molto deperite ed in parte scomparse, che rappresentano storie della vita di Romolo vescovo di Fiesole e furono dipinte nel 1425 la Benedetto di Nanni da Gubbio; a questo artista si attribuisce pure la figura di un S. Benedetto dipinto sopra ad una delle colonne di fianco all’accesso nella cripta, mentre il S. Sebastiano che è dall’opposto lato si ritiene opera di Pietro Perugino. Gli affreschi che adornano la collotta dell’abside, sono di Nicodemo Ferrucci da Fiesole.
Di altri affreschi che decoravano le pareti della chiesa si trovarono in occasione dei restauri alcuni resti; ma essendo mal ridotti, vennero, forse con deplorevole precipitazione, distrutti.
Più ricco assai è il patrimonio delle sculture che rendono singolarmente importante la cattedrale fiesolana e prima d’ogni altra cosa ricorderemo le gentili e delicate opere di Maestro Mino di Giovanni che si ammirano nella cappella fondata dal vescovo Lionardo Salutati e da lui destinata alla propria sepoltura. Tanto barca sepolcrale col mirabile busto del vescovo, quanto il vago dossale l’altare, sono fra le opere più apprezzate dell’operoso e geniale maestro. E forse in omaggio a queste opere sue così perfette e fors’anche per il fatto che a Firenze egli ebbe la sua bottega nel palazzo del Vescovo di Fiesole, a lui, che era nato a Poppi in Casentino, restò come resta tuttora il nome di Mino da Fiesole. Il vescovo Salutati che morì nel 1466, aveva commesso a Maestro Mino i lavori per la sua cappella,fino dal 1462. Opera di scultura squisitamente bella e delicata è anche l’altare che Andrea Ferrucci da Fiesole scolpì per commissione degli esecutori testamentarj di Matteo di Simone Gondi. Cotesto altare, ricco di adornamenti, col ciborio nel mezzo ed ai lati le statue di S. Romolo e S. Matteo era stato addossato al prospetto della tribuna; ma nei restauri moderni, per riaprire l'arco centrale della cripta, venne rimosso e collocato da un lato