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112 I DINTORNI DI FIRENZE.

omi- commesso da uno di quei romiti sopra ad un compagno, il luogo venne abbandonato ed i Davanzati lo donarono ai Frati Minori Osservanti che vi si stabilirono nel 1486 e vi stettero fino alla soppressione del 1808. La famiglia Davanzati, che fu sempre patrona del convento, rabbellì in varie epoche e fra le altre cose vi fece costruire il grazioso portico che Santi di Tito eresse col disegno di Michelangiolo Buonarroti. Il convento è attualmente ridotto a villa; ma la chiesa è stata conservata tuttora. Fra gli oggetti d’arte che adornano i suoi cinque altari sono da annoverarsi: l’apparizione di un angelo di Nicodemo Ferrucci, una crocifissione di Santi di Tito e un S. Girolamo dell ’Empoli. Lo stemma col leone dei Davanzati, posto sulla facciata della chiesa, è scolpito maestrevolmente e la tradizione lo vuole di Donatello, per quanto sia di fattura notevolmente posteriore. Nella chiesa stessa è sepolto l’illustre giureconsulto Giuliano Davanzati vissuto nel XV secolo.

Dopo la soppressione del 1808, il locale fu venduto e la famiglia Cuccoli-Fiaschi che lo possedette lungamente lo ridusse a villa. Dalla chiesa fu trasportata in galleria una bella ancona d’altare dei primi del XV secolo che concessa dipoi in deposito ai frati Vallombrosani, si vede oggi sull’altar maggiore della chiesa di S. Trinità.

Buonriposo. - Villa Westbury. — Questa villa deve la sua importanza alla famiglia Minerbetti, essendo stata favorita villeggiatura di Messer Francesco di Messer Tommaso Minerbetti prelato ricchissimo che fu vescovo di Sassari e che scelse questa parte vaghissima de’ colli fiesolani come luogo di riposo e di quiete, dopo le agitazioni nelle quali, come fiero partigiano di casa Medici, s’era trovato coinvolto. Nel 1578 la villa di Buonriposo, quanto una vicina casetta detta la casa del Golpe furono con sentenza dei Conservatori di Legge assegnate vita natural durante a Caterina di Cristofano Fantacci moglie di Gabbriello Guidi di Fucecchio; ma non ne conosciamo la ragione per causa di una lacuna dell’archivio di quel magistrato. Certo la villa tornò ai Minerbetti che la possedettero fino all’anno 1768 nel quale Andrea del cav. Orazio la vendeva insieme all’altra villa