Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
BARRIERA DELLE CURE. | 105 |
nuarono per un lungo periodo di anni; la chiesa fu utilizzata come cimitero della Misericordia di Firenze e le maestose corsie, i saloni della opulenta abazia divisi in tanti quartierini, furono abbandonati alla mercè di villeggianti e di pigionali che fecero man bassa di ogni artistica vestigia.
Fortunatamente a scongiurare l’estrema rovina di quell'insigne monumento intervenne un fatto che ha valso a restituirlo all’antico decoro e si potrebbe dire all’indole sua di luogo sacro agli studj; vogliamo dire l’acquisto che ne fecero circa 25 anni addietro dal Capitolo Fiesolano i Padri Scolopi per convertirlo in un collegio convitto. Prima cura dei nuovi proprietarj fu quella di distruggere anche le tracce del lungo e deplorevole periodo di decadenza e di abbandono e di restituire la superba abazia al suo pristino splendore. I restauri, condotti con sano criterio artistico, valsero a farci rivedere in tutta la superba bellezza delle sue forme del rinascimento l’ampio cortile a logge d’ordine jonico, la caratteristica sala del Capitolo, il refettorio vastissimo, il quartiere di Cosimo I, parti tutte del monastero ideate e compiute da Michelozzo Michelozzi l’architetto prediletto di Cosimo Pater Patriae. Cosi pure si restituì a conveniente aspetto l’abbandonata chiesa, si consolidò il campanile vetusto, si ripararono le finissime decorazioni di pietrame logorate dalle intemperie e deturpate dall’ignoranza degli uomini. In sostanza i Padri Scolopi nel dar degna, comoda e conveniente sede al loro fiorentissimo collegio, fecero opera degnissima di fronte all’arte ed alla storia, facendo rivivere un monumento insigne che pareva condannato alla rovina ed all’oblio.
Abbiamo detto che le vicende occorse dopo la soppressione avevano condotto alla dispersione del patrimonio artistico della Badia; pure qualche cosa ha potuto sfuggire al moderno vandalismo. Nell’ex-monastero infatti si veggono alcune di quelle opere d’arte che l’adornavano e che per la natura loro hanno opposto la loro gagliarda solidità all’ingordigia degli spogliatoio.
Nel gran Refettorio, oltre all’affresco dove sono rappre-