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104 | I DINTORNI DI FIRENZE. |
chiostri con porticati, un bel refettorio, il noviziato ed una biblioteca, dove Cosimo de’ Medici raccolse una splendida collezione di codici e di opere rare. Tante cure egli ebbe per questa badia, tanto affetto portò a questo luogo e ai dotti Canonici Lateranensi, che fattosi costruire un apposito quartiere, veniva di frequente a passarvi alcuni giorni. Durante il soggiorno di Cosimo, la Badia Fiesolana diventava il ritrovo di tutti i sommi ingegni di quel tempo che nel Medici avevano ritrovato un dotto e splendido mecenate. E tale fu per essi anche Lorenzo il Magnifico, che egual culto ebbe per la Badia dove si recava spesso insieme a Poliziano, a Pico, al Crinito, allo Scala ed a tanti altri grandi letterati e filosofi.
Fu nella Badia che vestì solennemente l’abito cardinalizio Giovanni de’ Medici che fu poi Papa Leone X.
Questo edifizio non fu risparmiato dalle milizie che assediavano Firenze nel 1529 e molti danni vi arrecarono che furon poi riparati in guisa che più non ne restasse traccia.
Nella Badia Fiesolana, per iniziativa del P. Abate Ubaldo Montelatici, che con molta cura si dette agli studj d’agricoltura, si può dir che sorgesse la prima Accademia Agraria tra quante ne conta l’Europa, l’Accademia dei Georgofili che il dottissimo religioso insieme ad altri scenziati e studiosi istituì nel 1753.
Il monastero venne soppresso nel 1778 e concesso agli Arcivescovi di Firenze che più tardi lo permutarono col Capitolo di Fiesole. Intanto la chiesa fu chiusa al culto, le opere d’arte andarono per la maggior parte disperse, mentre la preziosa biblioteca era nel 1783 trasferita nella Medicea Laurenziana.
Fra i molti usi ai quali l’ampissimo locale venne destinato, uno solo fu degno della sua fama e della sua importanza, giacche concesso in parte all’illustre archeologo Francesco Inghirami, divenne Sede di quella Poligrafia Fiesolana da lui fondata che produsse splendidi lavori in tipografia ed in litografia fra i quali van ricordati le accurate mappe e carte geografiche del Granducato di Toscana. Ma le tristi vicende della celebre Abazia conti-