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BARRIERA DELLA QUERCE. | 85 |
Donati lanajolo, poi lo vendè nel 1426 ad un suo parente Filippo di Giovanni di Rucco mercante che dimorava per ragioni di commercio a Bruges nella Fiandra. Il nuovo proprietario lo rivendè quasi subito ai Della Tosa, tenendo pegno sul possesso per il pagamento del prezzo. I Della Tosa dettero a questa come ad altra villa che possedevano vicino a Sesto il nomignolo di Forbici, prendendo la ragione dal loro stemma che consisteva appunto in una forbice da lana e cotesto nome della villa che era più grandiosa delle altre vicine, si estese in seguito a tutto questo estremo lembo della collina di Camerata ed alla via che vi passa dinanzi. Nel 1536 andò per dote di Ginevra Della Tosa nel marito Filippo di Stoldo Rinieri per ritornare nel 1588 nei Della Tosa che poi l’alienarono nel 1594 a Vincenzo di Filippo Guadagni. I Guadagni la possedettero fino al secolo scorso in cui la compravano i Conti Fossombroni.
Le Forbici. - Villa Capoquadri. — Antica casa da signore della famiglia Ginori, andò nel 1543 per eredità a Ginevra vedova di Francesco Buonagrazia e figlia di Alessandro di Gino Ginori. Francesco Buonagrazia costituì questi beni in fìdecommisso e nel 1603 passarono ai figli di Francesco Da Verrazzano. Da questa famiglia il possesso della villa pervenne nei Vai che lo vendevano agli Stefanelli. Più tardi l'acquistò il governo granducale coll’intendimento, di poi abbandonato, destituirvi un manicomio.
Le Forbici o la Fiaccherella. - Villa Finzi. — Ai primi del xv secolo apparteneva alla famiglia Brancacci patrona di quella cappella nella chiesa di S. Maria del Carmine dove sono i meravigliosi affreschi di Masaccio, di Masolino da Panicale e di Fra Filippo Lippi. Da’ Brancacci passò verso la metà di quel secolo nei Salvetti e da questi nel 1601 per sentenza del giudice di S. Spirito e S. Croce l’ebbe Pier Francesco di Bardo de’ Bardi. Fu cotesta villa di Bardo Bardi Magalotti tenente generale del Re Cristianissimo e governatore di Valenciennes ed alla morte di Lui avvenuta a Parigi il 22 settembre 1705 andò in eredità al Marchese Francesco Albergotti pur esso tenente generale degli eserciti di Francia. In compenso di altri beni, l’ebbe nel 1708 Vincenzo di Giovanni Usimbardi