Pagina:Guido Carocci, Il ghetto di Firenze.djvu/68

66 il ghetto di firenze

nome poco attraente era famosa pei buoni manicaretti.

Era prossima alle case dei Brunelleschi e nel XVI secolo apparteneva alla Compagnia della Carità di S. Lorenzo, ai Mormorai, ad un certo Rosso tessitore di drappi, agli Ammirati ed agli Strozzi. L’oste, Biagio di Michelangiolo pagava allora 468 lire l’anno di pigione. Vicino all’osteria era un luogo di mal affare, forse il più antico di Firenze che aveva dato alla piazzetta vicina il nome di Piazza del Postribolo. Sulle pareti esterne di cotesto luogo, in segno di onta e di altissimo disprezzo, la Signoria di Firenze faceva dipingere l’effige dei traditori che erano generalmente condottieri di milizie al soldo della repubblica. Da un documento, risulta che nel 1424 erano stati raffigurati costà: Cristofano di Piero da Lavello, Giovanni Piccinino da Lavello, Donato da Lavello e Agnolo da Camerata tutti capitani di ventura.

Dal lato di Via degli Stracciaioli, oggi Naccaioli, accanto alla loggia dei Tosinghi erano alcune case degli Ubaldini e degli Arrigucci, case però di poca importanza, perchè coteste due celebri famiglie ebbero altrove i loro palazzi: gli Ubaldini cioè da S. Andrea e gli Arrigucci dal lato opposto, sulla Piazza di S. Leo, fino alla Piazza degli