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64 | il ghetto di firenze |
ancora a feste ed a conviti. Là si festeggiava Calendimaggio, si celebravano le solennità di famiglia, si discutevano interessi pubblici e privati.
Nelle quiete sere d’estate, numerose comitive si raccoglievano colà a godere il fresco e fra i canti armoniosi e il suono dei liuti, si trascorrevano le ore tranquille.
Queste riunioni serali nelle logge, ce lo ricordano quasi tutti gli antichi storici, servivano a fissare non pochi matrimonj fra le più cospicue famiglie e va rammentato come restasse il nome di Loggia del parentado a quella degli Agolanti dove eransi combinati sposalizi in gran numero.
La Piazza della Fonte, che si apriva in mezzo alle case dei Della Tosa, era occupata in parte dal cosidetto Frascato che corrispondeva poi sulla piccola piazza detta del Ghetto che era attraversata dal Chiasso di Malacucina.
Perchè a questo luogo si dasse il nome di Frascato non si può dire con certezza. Forse v’erano delle frasche che adornavano una delle più antiche osterie di Firenze; fatto sta che il nome era così comune, che a quasi tutta la località che venne in seguito convertita in Ghetto, cotesto nome di Frascato era comune. L’osteria del Frascato era frequentatissima fino dai tempi più lontani, ed era il convegno di gente