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La Via dell’Arcivescovato chiude lo stabile del Ghetto dal lato di levante. Era questa via l’arteria principale di Firenze, la strada più antica, che occupava appunto il luogo dell’antica Via Cassia la quale faceva capo al Ponte Vecchio.

Il nome attuale è moderno e la via ebbe nei diversi tempi altri nomi derivanti o dalle famiglie che vi ebbero le case o dalle botteghe che vi erano poste.

Un forno antichissimo, detto della Macciana fece per molto tempo chiamar Via della Macciana o del forno della Macciana il tratto di questa strada che era fra via della Nave e Via della Vacca. Le botteghe di chiavaioli e di succhiellinai fecero chiamare in diverse epoche questo tratto di strada tra Via Chiavaioli e Via o Piazza de’ Succhiellinai. Il breve tratto poi tra Via della Nave e la Piazza del Mercato si chiamò il canto del Parentado, dal nome dell’antica loggia che era posta là sul crocicchio della strada, o Via degli Agolanti dal nome di una antichissima e potente famiglia che ebbe quivi le sue antiche case.

I fabbricati oggi appartenenti al quadrato del Ghetto, che sorgevano da questo lato appartennero ai Medici, ai Della Tosa, ai Della Pressa ed ai Pecori.