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il ghetto di firenze 35

altrove quartierini a prezzi modesti e non avendo modo di metter insieme la somma necessaria a pagare in una sola volta la pigione di un semestre.

Accanto a loro, c’erano dei covi di ladri, c’erano degli alberghi dove conveniva gente d’ogni genere.

Pagavano venti e fin dieci centesimi ed avevano diritto di dividere, magari con altre cinque o sei persone, un letto o per meglio dire un lurido giaciglio, un grosso saccone con lenzuoli, guanciali e coperte che un giorno erano state bianche; ma che col lungo uso e le qualità dei contatti avevano preso un colore... inqualificabile. Coteste raccolte di gente, cotesti convegni erano qualche cosa di curioso, di originale nel loro orribile.

La polizia esercitava in certi luoghi una sorveglianza speciale, perchè sapeva di certa scienza che là capitavano pregiudicati e malanni d’ogni specie; e su per giù i sonni più o meno tranquilli di tutti cotesti ospiti erano quasi seralmente turbati dall’intervento delle guardie che venivano ad assicurarsi della presenza di qualche vecchio conoscente, o a fargli cambiare contro voglia d’albergo. L’andirivieni infinito, il laberinto vero e proprio di anditi, di corridoi chiusi ed oscuri, di