Pagina:Guido Carocci, Il ghetto di Firenze.djvu/24

22 il ghetto di firenze

addirittura, nè possono più mantenere il fasto e la magnificenza primitiva; altre trovano che l’abitare una località sottoposta alle emanazioni poco grate del Mercato, prossimo troppo a luoghi chiassosi e sconci, non è la cosa più comoda e piacevole, sicchè stabiliscono altrove la loro dimora.

Già ai primi del 1400 si rileva che quì abitavano soltanto alcuni dei Della Tosa assai decaduti dall’antica grandezza; altri dei Brunelleschi ridotti in fortuna meno che modesta, alcuni dei Pecori e basta. Tutte le altre famiglie erano estinte, scomparse, trasferite altrove, per dar luogo ad una popolazione nuova di mercanti, di trecconi, di facchini del mercato, di pollaioli, di meretrici.

Le osterie, i luoghi di male affare favorirono poi le riunioni di gente chiassosa, di vagabondi, di malanni che si trattenevano là notte e giorno a farne d’ogni colore. Aggiungasi che là facevano poi capo anche i soldati delle compagnie di ventura, quelli che seguivano i principi e gli ambasciatori di passaggio e in missone a Firenze, talchè spesso e volentieri succedevano colà scene di violenza e di scandalo.

Che gente abitasse colà e quali episodi vi si svolgessero, può mostrarlo la seguente denunzia testuale che Jacopo di Bernardo d’Alamanno De’ Medici, uno dei poco fortunati possessori di