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I

PER LA PATRIA (1526-1530)

A VINCENZO BUONVISI

I

Contro Carlo quinto, minacciante nuova guerra. (1526)

Mentre in piú largo e piú superbo volo
l’ali sue spande e le gran forze move
per l’italico ciel l’augel di Giove,
come re altero di tutti altri e solo,

non vede accolto un rio, perfido stuolo
entro ’l suo proprio e vero nido altrove,
ch’ancide quei di mille morti nòve
e questi ingombra di spavento e duolo;

non vede i danni suoi né a qual periglio
stia la verace, santa fé di Cristo,
che (colpa, e so di cui) negletta more ;

ma, tra noi vólto a ’nsanguinar l’artiglio
per far un breve e vergognoso acquisto,
lascia cieco il camin vero d’onore.