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né soffrir può ch’un uom contra l’altro use
la lingua o lo stil armi: ma, s’ei mira
24 piú dentro, non tem’io che non mi scuse.

Negli anni corsi, come quel cui tira
disio di fama e per gli altrui paesi
27 spron e freno d’onor spigne e raggira,

vist’ho diverse genti, uditi e intesi
mille stolti vulgar detti e parole,

30 mille strani pensier ne l’alme accesi;

non vidi però mai che chi ben cole
le dolci d’amistá divine leggi
33 schernito sia, com’uom semplice suole.

Mi vien da molti detto: — Il corso reggi
di tua vita assai men che saggiamente:

36 questi tuoi modi, or via, ché non correggi?

Tu sei d’amici amar troppo fervente
e ne l’utile altrui perdi te stesso:

39 ritrova ornai la tua smarrita mente.

Questi tuo’ amici i quai lungi e da presso
ami ed adori come cosa santa,

42 miseri ti son di grave danno espresso.

Svelt’è d’amor ogni tenace pianta,
s’alcuna mostrò mai le verdi fronde,

45 né vive piú quella tua fede tanta:

non tenér questo stil, ché non risponde
altrui voler al tuo; deh, muta usanza
48 e cerca viver piú moderno altronde;

appoggia al tronco d’ór la tua speranza,
pensa a te solo e tien te stesso caro;

51 con tutto il tuo poter denari avanza.

Damon e Pizia e gli altri a paro a paro
che nodo d’amistá ristretti tenne,

54 benché ’l numero sia piccolo e raro,

furo al tempo beato, allor che venne
spessa pioggia dal ciel d’oro e d’argento,

57 e de’ poeti favolose penne. —

Io che ciò ascolto e che ’l bel lume spento
veggio d’ogni valor, come potrei
60 non disfogar il gran dolor ch’io sento?