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XCIV

Contento di piangere per lei.

Ora che forse voi con gli occhi fiso
la donna vostra rimirate intento,
e, veggendo l’orgoglio in lei giá spento,
rivolgete i sospiri e i pianti in riso,
i\ signor mio, da quel leggiadro viso,
ch’Amor mi die’ per mio dolce tormento,
mi sto lontano, e lagrimando sento
struggermi, lasso! si da lui diviso.

E quanto piú ver’ me spietati e rei
mi dipingo dinanzi i suoi be’ lumi,
tanto l’incendio ’l cor piú mi disface;

né, perché ognor piagnendo i’ mi consumi,
di ciò mi doglio ancor; anzi mi piace,
piú che d’altra gioir, piagner per lei.

XCV


Sua triste guerra con Amore.

Non pur quel terso e crespo oro lucente,
che con nodo tenace il cor mi stringe,
la fronte e gli occhi, ov’ è eh’ il fin dipinge
del mio mal, veggio io col pensier sovente,
ma il netto avorio disiosamente
de la man bella palpo, e chi mi tinge
di gioia il viso e a bene far mi spinge
con parlar odo d’onestate ardente :

e, se non ch’Amor poi per aspre vie
mi riconduce a la mia guerra antica
e di pensier mi veste oscuri e tristi,
fóran di piú salute queste mie
false dolcezze ove ’l desio s’intrica,
ch’ogni vero diletto ch’uom s’acquisti.