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pagine 72-75 e all’appendice ni, serbata ai codici altrui incogniti o mal noti. Al quale studio anche rimando cosi per l’eliminazione dei sonetti cxvii-cxx e della canzone v dell’ultima ristampa fiorentina, non aggiudicabili criticamente al Nostro, secondo ho dimostrato (pp. 61-63, 176), ricredendomi, però, ancor che dubbioso, per il sonetto cxvi, qui sotto il numero cxxiv, come per la nuova cronologia (pp. 22-29, 39-45, 59-61) e per il novissimo riordinamento (pp. 157167). Del resto, non meno per questi 74 sonetti che per tutto il rimanente ho avuto sott’occhio le stampe comunque autorevoli, la principe del 1557, scorrettissima, la bolognese del 1709, la bergamasca del 1753, quelle del Berti e l’ultima del Minutoli: si che spero di non aver taccia di presuntuoso, se confido di aver dato il canzoniere come piú genuinamente si poteva.