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Se avesse avuto un poco piú sapere
Maometto, quando stava nel deserto,

114 facea de le taverne provvedere,

e poteva esser ben sicuro e certo
che non dicea che lor mancato fosse
117 il popol mai quel che loro era offerto.

Troppo colui da paladin portosse
ch’a cotale esercizio fu primiero
120 e di far l’osteria l’ordine mosse;

meriterebbe, in segno d’amor vero,
aver sopra scolpito a lettre d’oro:

123 «Alma reai, degnissima d’impero».

O del mondo, osteria, raro tesoro,
scusami se con lingua e con inchiostro
126 tanto, quant’è’l tuo merto, non t’onoro.

N’ha chiaramente l’osteria dimostro
e ne mostra ogni giorno quanto sia
129 men di lei necessario l’oro e l’ostro;

e chi di lei fa ben la notomia,
oh come bello e nobile è il suo orto
132 ove si gode buona malvagia!

Io per me sarei giá gran tempo morto,
se non m’avesse accolto nel suo seno,

135 d’ogni svogliato refrigerio e porto:

s’io fo colazion, merendo o ceno,
mi dá, mi dona e mi presenta quelle
138 trippe ch’a nominarle io vengo meno;

poi con piú arrosti, piú lessi e frittelle,
che non ha tante carnovale a mensa,

141 m’unge la gola e m’empie le budelle.

Chi in lei dimora, non discorre o pensa
cosa ch’intorbidar possa la mente
144 e gode allegro una dolcezza immensa.

Quel dire «Signor mio, vuole niente?»
mi sta tanto nel cuor, che non è cosa
147 che si volentier pensi e si sovente.

Mi vien voglia di dire in rima e in prosa
a coloro che vogliono che sia
150 l’osteria cosa si vituperosa,