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ecco il gran generai, tanto famoso,
il conte, imperator, ma che, vo’ dire
72 del mio nobil Alcide glorioso.

Or si che, non volendovi pentire,
a questo solennissimo apparecchio
75 direi che foste, Bin, per impazzire;

ed io dogliomi sol di venir vecchio
per non poter quivi menar le mani,

78 come’l compar eh’è di ciò guida e specchio.

Fanno error certi bravi capitani
di aver reso cosi l’armi a san Giorgio,

81 massime il capitan Scala Villani.

Io, se in tutto e per tutto non la sforgio,
faccio pur non di men qualche cosetta,

S4 quando a cavai, quando con mastro Giorgio:

ma voi, che sete patrone a bacchetta,
con le vostre maniere graziose
87 che fa il dito che corre a la brachetta,

dovresti far cose miracolose,
levandovi del capo ’l far l’amore
90 con le donne superbe e dispettose;

ché dovrebbe quel fiato e quel vapore,
quella puzza, quel tanfo e quella pèste
93 far vomitarvi le budella e ’l core;

ond’ io vorrei che una volta vi deste
in qualche ciorgna piena di taroli,

96 di marchese, di bucciole e di creste,

che sangue e marcia fussero i lenzuoli,
vermini e bacarozzi a tutta volta
99 giostrar coi pidocchi e coi tignoli.

Misera la volgar e cieca e stolta
gente sommersa nel femineo sesso,

102 ove il cancar e’l morbo fan accolta!

È pur questo degli uomini un eccesso,
degno d’ogni gastigo rigoroso,

105 un mancamento, un vituperio espresso.

Voi, Bin, che vi mostrate si geloso
de l’onor vostro, dove lo fondate?

108 di non seguire ’l mistier glorioso?