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16
— Perché piú indarno tormentate ornai
la vostra inferma etá per me tapina,
c’ ho del vostro dolor piú doglia assai
che del supplizio a cui son giá vicina?

Allor pianger doveasi e tragger guai
che fu stimata mia beltá divina;
e so (la coscienza me ’l minaccia)
che Venere a tal pena oggi mi caccia.
17
Pianger doveasi allor che ’l popol tutto
di questa dea m’offerse il sacrifizio;
allor doveasi, allora stare in lutto
che ’l duol vostro ebbe e la mia morte inizio:
ma poi che l’una e l’altro ha al fin condutto,
confortar vi dovete, e quel supplizio
non differite piú, ch’a me s’aspetta;
perché P indugio aggrava la vendetta.
18
Se ’l sposo mio del mondo è universale
distruggitor, com’ha l’oracol detto,
non mi debbo doler d’un danno tale,
d’un danno ch’io con tutto il mondo aspetto;
ma se del languir mio punto vi cale,
conducetemi tosto al luoco detto,
però ch’il male aggrava e dá martire
tanto quanto il suo fin tarda a venire. —
19
Era ciascun da si pietosi accenti
e da l’alta passion tanto smarrito,
che avendo gli occhi nel bel volto intenti,
tante statue parean sopra quel lito.

Ma pur ella movendo i passi lenti,
giunsero alfin al luoco statuito,
ch’era d’una montagna alpestre ed erta
la piú elevata cima e piú diserta.