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CLXXVIII

Al cardinale Giulio della Rovere, legato di Perugia,
quando Guidobaldo, suo fratello, fu eletto capitano generale da Giulio terzo.

( 1553 )

O de l’arbor di Giove altèra verga,
che noi correggi e l’etá nostra indori
e la richiami al suo corso primiero,
perché di tempo in tempo ai sommi onori
5 da si gran pianta novo ramo s’erga

e con la cima al ciel drizzi ’l sentiero,
novellamente il successor di Piero,
non senza cenno del divin consiglio
ch’ogni suo bel pensier governa e regge,
fra tanti duci Guidobaldo elegge
io a difender da’ lupi e da l’artiglio,

che, di sangue vermiglio,
par che su l’ali nova preda tente,
il mansueto suo gregge innocente.

Ragion è ben che la difesa prenda
15 de le chiavi del ciel, ch’un di saranno

ai degni omeri tuoi debita soma,
il tuo chiaro fratei, che ’l nostro affanno
volge in riposo e può squarciar la benda
che tiene avvolta innanzi agli occhi Roma.

20 Giá la rabbia tedesca, mai non doma

né per colpo di morte o di fortuna,
qual idra ch’ognor, tronca, si rinnove,
di saziar cerca le sue brame altrove,
che pascer si volea sol di quest’una;

25 or, magra e digiuna,

col furor d’empio e travagliato seme
d’intorno ad altro ovil s’aggira e freme.

Quando fia mai ch’io veggia oltre quell’alpe
quindi sgombrar si dure genti e strane
30 e lasciar questa madre ai propri figli

e Cesare, piú giuste e piú lontane
sedi cercando, varchi Abila e Calpe