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CLII

Risposta a una gentildonna,
forse in nome del capitano Astorre Baglioni.

(circa il 1550)

Voi, madonna, ringrazio e ’l mio signore
del bel desio che si bel seno ingombra;
ma l’ardor vostro è del mio foco un’ombra,
ove ardendo trapasso i giorni e l’ore.

E se non fosse a ciò rimedio il core
che monti e fiumi e ciel da sé disgombra
e cosi bella al mio pensier v’adombra,
mancherebbe a lo spirto ogni vigore:

ond’è pur forte a sostener quel danno
che non puote scemar tempo né loco
né la stella di Marte o ’l cielo istesso.

Spero ben tosto un riposato affanno,
appressandomi a voi, dolce mio foco;
ma ’l piede al gran desio non può gir presso.

CLI 1 I

Sul medesimo argomento.

Quell’istesso desio fatto è signore
tanto di me, che ogni mio senso ingombra:
tocco ’l bel seno e l’ardor sento e l’ombra
ove soglion scherzar le Grazie e l’Ore;

veggio la fronte lieta che del core
ugni tristo pensier toglie e disgombra
e’l bianco vel ch’i divini occhi adombra,
ond’Amor qualitá prende e vigore;

veggio la bocca ed odo per mio danno
quel cortese parlar e veggio il loco
dove, per seguir voi, perdei me stesso.

Se P immaginazion dunque l’affanno
tempra da lunge e fa soave ’l foco,
che fia, se questa spoglia al vero appresso?