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il dio delle nere onde,
145 per mostrarti, signor, quanto ti prezza,
umilmente ti porge,
poi che simil lo vede
a la tua chiara gloria, a la tua fede. —
Venne il Sebeto poi, carco le chiome (*)
150 e d’aranci odoriferi e di cedri,
e, tenendosi in man la sua sirena,
disse con voce di dolcezza piena:
— O re de’fiumi, che in si eterna gloriai*)
hai retto il corso tuo tanti anni e secoli,
155 onde a tutte le lingue hai dato istoria
di lodar sempre i tuoi lodati specoli,
lascia or, ti prego, ogni altra tua memoria
e le parole ascolta e ’l don ch’arrecoli
del bel Sebeto accolto in picciol fíuvio
160 ch’onora Baie, Napoli e ’l Vesuvio.
Questa sirena, che con canto nobile
cercò l’astuto greco al laccio prendere,
onde schernita volse il mondo ignobile
lasciare ed il suo nome al luogo rendere,
165 la qual pur or dal cielo eterno e immobile
un sincero pastor fece discendere,
ti manda in dono, acciò ogni faggio e selice
oda cantare oltre a Boote ed Elice. —
Fornite avea queste parole appena (3),
170 quando il Metauro giunse,
e cosi poi soggiunse:
— Gran padre Tebro, poi che vuole il cielo U)
che tu ritorni in piú sublime stato
che giá mai fosti, quando che ’l bel velo
(1) Del Coppetta [Ed.].
(2) Di Pompeo Pellini [Ed.].
(3) Del Coppetta [Ed.].
(4) Di Francesco Platone [Ed.].