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XCIV

Sul medesimo argomento.

De l’una s’armi il casto fianco quella
che sol ordisce altrui guerra e martiri,
e mille voglie a l’altro avvolga e giri
colei che in vista è si cortese e bella;

l’altra, d’amore e di pietá rubella,
col terzo tronchi ’l filo a’ miei desiri
e ponga fine a si caldi sospiri
o sciolga l’alma di lei fatta ancella.

Donna reai, l’alto giudizio vostro
scerner potrá fra i piú bei volti queste
del fosco stato mio parche fatali.

Io quel suo gran valore inchino e mostro
le voglie accese a celebrarlo e preste,
ma non ho forze al gran desir eguali.

XCV


Sosta forzata.

Sospiro il Tebro e ’l mio bel colle Augusto
non men che voi talvolta Arno e Fiorenza ;
e, per piú nostro affanno, il Taro e Lenza
ci prescrive confin breve ed angusto ;

anzi tu, cielo, e vo’ ben dire ingiusto
l’influsso de’tuoi lumi e la potenza,
se tosto ad alma di tant’eccellenza
non rendi ’l corpo suo sano e robusto.

Deh, torci ’l vaso di Pandora altrove
e dá le febbri e le podagre e i fianchi
a chi di queste e maggior pene è degno:

cosi vedrai col piede e con l’ingegno
lui correre a la gloria e noi gir dove
dimora il nostro bene ond’or siam manchi.