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LXIV


Egli è duro e crudele.

Ben mi mostrar di crudeltade insegna
e di durezza, onde voi séte erede,
le vostre porte, e pur vi misi ’l piede,
come dispose iniqua sorte indegna;

ma feroce leon ferir disdegna
cui gli s’inchina umil e mercé chiede;
e la pioggia consuma e ’l vento fiede
colonna che teatro orni e sostegna.

Sol voi né lungo sospirar né pianto
muove né prego, o cor empio e selvaggio
piú che leon, piú duro assai che ’l marmo;

e se pur d’umiltade il mio core armo,
lo sdegno, l’uggia e l’orgoglioso oltraggio
e l’alterezza in voi cresce altrettanto.

LXV


Amica stella li ha giunti insieme.

Generosa, costante e chiara insegna
di nobiltate, onde voi séte erede,
m’apri la porta, ov’io giá misi’l piede
com’uom che aspiri a grande impresa e degna:

questa fra due leon ferma disegna
colonna ed alta per mostrar la fede
che fra due petti salda ognor si vede,
se fortezza e valor dentro vi regna.

Però non volga l’ardir vostro il tergo,
poi che n’ha giunti amica stella insieme,
o per latrar di cani o vibrar di armi :

io dal mio lato ancor sostengo ed ergo,
e s’ ira talor soffia o sdegno preme,
prima che me potria crollare i marmi.