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tinta di amara stanchezza che non è dolore, ma tetra collera, che non è avanzo di lagrime schiette, ma è un fremito del disinganno che andò a disperdere i sogni di superbe speranze.
Paolina, lieta come una bimba che sia riuscita a recitar bene il suo compito, momentaneamente pacificata con sè, con l’ospite, col marito il cui contegno si conservava naturalissimo, disimpegnò le funzioni di padrona di casa con un garbo ammirabile, e finito il pranzo, reso gajo dalla conversazione di Tonino Grim***, prese sotto il braccio la mano di Cecilia Rigotti e l’invitò a far seco una passeggiata ai piedi della collina, che nella quiete solenne s’incoronava degli ultimi splendori del sole. —
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— Sei veramente risoluta di farti suora? chiese Paolina in aria di curiosità, guardando il serio profilo di Cecilia Rigotti.