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riconciliazione. 51


— Egli è, Zaeli, che mi sento in un imbarazzo grande, fece Paolina in realtà combattuta da opposti sentimenti. Ho del cuore anch’io, e se rifletto alla situazione della Rigotti, Dio mio! comprendo il dovere di aiutarla e son per dire: — conducetela qui per un paio di settimane, — ma capisci? temo di compromettere la mia pace.

— Che diavolo può essere codesta signora Cecilia! esclamò l’avvocato; hai paura che ci venga a mangiare?

— Oh sì, giusto! rispose Paolina, chinando la testa su la spalla di suo marito. Tu prendi occasione di scherzare sopra un argomento che mi dà angustia. Era meglio non parlarmene affatto, e per compiacere mio padre condurla tosto... e finirla.

— Ebbene, la conduco domani; disse Zaeli fingendosi risoluto.

Paolina non fece motto, ma spezzò con ira il gambo d’un garofano che teneva in mano.

Non si parlò più di Cecilia, ma il giorno dopo quando l’avvocato pronto per andare in città,