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riconciliazione. 133


— Tu pensi che io ne levi le quattrocento lire che hai invano cercato e le metta nelle tue mani? di’, Paolina, non pensi tu a questo? — e apriva il portafoglio.

Paolina estatica, confusa, fece un gesto che significava: — ah fosse vero! —

— Oppure tu pensi che ad immensa sorpresa ti presenti la ricevuta dell’argentiere, che potrebbe da un momento all’altro mandare le posate di argento!...

— Ah! esclamò Paolina con gioia, allungando la mano.

— Nè l’una, nè l’altra cosa ti faccio vedere, Non sono le quattrocento lire cui tu sospettavi in mano alla Rigotti... non è la ricevuta dell’orefice... è... è...

Tentennava, pallido di commozione. La sua bella fisonomia aveva il fulgore che irraggia dalla coscienza soddisfatta. Nella sua destra teneva un foglio piegato.

— È... che cosa? fece Paolina impallidendo al magnifico pallore di suo marito.