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132 | tommasina guidi. |
signori è servito — signori faremo della minestra una colla stupenda per mettere su le impannate!
Zaeli prese il braccio di Paolina sotto il suo braccio.
— Bisogna essere giusti, disse con allegria; tuo fratello ha diritto di desinare, e noi abbiamo obbligo di dargli ascolto. Andiamo, Paolina... discorreremo dopo il pranzo.
Ma poi, arrestandosi d’un tratto, quasi pauroso di non trovare mai più un istante così bello d’amore, ispirato da un irresistibile desiderio di metter fine con un brillante episodio alla scena che erasi svolta sopra un fondo così burrascoso, lasciò il braccio della moglie, andò alla finestra di nuovo.
— La lettera è da suggellare, disse in fretta. Se tu non vuoi aspettarci, mangia Tonino, e finiscila.
Irradiata la fronte più che dalla luce del cielo, dalla limpida, schiettissima luce della felicità, si rivolse a sua moglie, fece un passo, si trasse dal petto il portafoglio.