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riconciliazione. 111


Signore Iddio! quale dolore per la giovane sposa. Zaeli aveva portato il danaro con sè per darlo a Cecilia Rigotti! tutto lo dimostrava.

— È un orrore, è un’infamia, gridò Paolina prorompendo in singhiozzi. Sa che io sono gelosa, e mi pianta un pugnale nel cuore. Avesse sciupati i danari in una pazzia; li avesse buttati dalla finestra... li avesse giocati!... tutto perdonerei, ma darli alla Rigotti... no!... è una infamia!

Mise sottosopra con furore il cassetto dello scrittoio come fosse un canestro da lavoro; aperse plichi di carte, li sparpagliò in terra, mosse, rimosse involtini, rovesciò porta sigari, infranse una pipa, operò una specie di strage, ma non rinvenne il danaro.

La spossatezza la prese. Cadde su la poltrona chiudendo gli occhi, desiderando di morire.

Nessuno la disturbava; il sole riempiva di luce e di caldo la camera, ma Paolina non vedeva altra che buio; lo stormire degli alberi, il bisbiglio delle passere, la voce della serva che di tratto