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un istante, stese in atto risoluto la mano verso l’orizzonte infinito cui percorreva il suo occhio abbagliato.

— Dio non mi vuole! ma ch’io mi scosti da Dio per isposare il maestro di scuola, il vecchio Polli, che mi ha cullata su le ginocchia, è cosa inaudita, mostruosa, ridicola! — accompagnava le ultime parole con un sorriso di scherno. — Quando però debba essere così, così sia! — incrociò le braccia sul petto e chinò lievemente la testa.

— Che cosa arrischiavo facendomi suora?... l’anima. Che cosa comprometto sposando Polli?... anima e orgoglio. Ciò sia, ripetè freddamente, e andò ad appoggiarsi al davanzale della finestra.

Da lungi le perveniva la voce dell’avvocato Zaeli — di Tonino Grim***; e nella breve distanza dei viali erbosi sui quali si distendevano le prime ombre della sera spiccava l’abito chiaro di Paolina.

Salivano fino a Cecilia Rigotti, immobile nella sua contemplazione, gli effluvi delle piante aro-