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me all’entrata, a dritta della palestra. Questi avevano un ingresso separato dal lato d’oriente, che attualmente è chiuso. Un gran salone a volta, con eleganti lavori di stucco e pavimento di marmo, forma la galleria di trattenimento. In giro alle mura sono costruiti i loculi per deporvi gli abiti, ed un lungo sedile per riposarsi.
Sulla sinistra entrando si trova una sala circolare pel bagno freddo, con quattro nicchie in giro, ove potevano esservi stati sedili mobili; e di fronte alla porta una piccola nicchia per dar passaggio ad un getto d’acqua. La luce vi perveniva dall’alto mediante un lucernaio. Vi si ammirano diversi ornati di stucco, attualmente molto degradati, ugualmente ai dipinti delle mura, ove vedonsi due figure, quella a dritta di Sileno sedente, l’altra a sinistra di una Venere in riposo veduta di schiena.
In altra sala si trova il tepidarium che ha un ornato di stucco molto degradato. Il suo pavimento detto dagli antichi suspensura ora sprofondato, era costruito su piccoli pilastri per la circolazione del calorico che partiva dalle fornaci e si spandeva fin sotto la volta a traverso delle doppie pareti. A dritta sta il bagno, alveus ora intieramente spogliato di marmi ond’era rivestito. La sala che viene dopo era quella del calidarium col pavimento simile a quello della sala precedente e delle mura a doppie pareti. Di tutto ciò ne restano appena le tracce.
In uno dei porticati della palestra fu raccolta una iscrizione in marmo, che presentemente trovasi al Museo di Napoli. Da cui si rileva che Caio Vulio figlio di Caio, e Publio Aninio figlio di Publio duumviri