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stra di pietra con caratteri geroglifici, ove leggevasi una preghiera al Dio Osiride.

Nella parte scoperta del porticato resta uno spiraglio del canale del fiume Sarno. Questo nei primi tempi fu uno di quei pozzi, usati nei Tempi, in cui si riponevano i sacri utensili, mobili, e altra suppellettile appartenente all’edificio, quando più non serviva all’uso. Tai repositorii sotterranei dagli antichi si denominavano favissae.

Presso all’ara sinistra vedesi una piccola stanza isolata, con sotterranea gradinata, e ben decorata nelle pareti di stucco a basso rilievo.

Presso l’entrata accosto alle colonne furono trovate due vasche lustrali di marmo, ed una cassettina di legno marcito, che conteneva monete di bronzo. Era il deposito della pubblica beneficenza.

Vi erano diversi dipinti, le statue d’Iside e di Anubi, con moltissimi arredi sacri.

Sotto al portico meridionale stanno alcune stanze ed una cucina, destinate pei sacerdoti di servizio.

Alle spalle di questo tempietto esiste un’altro locale denominato Portico di VINICIO o CURIA Isiaca, che si crede servisse per pubbliche riunioni. Consiste in un’area circondata ai tre lati da portici con colonne.

Uscendo di nuovo su la strada di Stabia a sinistra salendo

25.) Tempio di Esculapio e d’Igia. È un piccolo tempio di stile arcaico, ha l’ara presso il principio della gradinata, per cui si saliva alla cella, di cui furon trovate le statue in terra cotta di Esculapio e d’Igia.

Sul lato destro salendo la stessa via