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strino di vimini. Su d’altro modello è stato eseguito in legno moderno un’armadio, oltre ad una cassa munita della sua chiave. — In mezzo alla sala osservasi la riproduzione moderna di un pezzo di muro antico, con un finestrino garentito da cancello di ferro. — Due argani di ferro, uno dei quali restaurato col legno moderno.

Gli armadii laterali contengono tanti svariati oggetti di terracotta, cioè: salvadenari, bottiglie, tazze, arette, lagene, anfore, piatti, lucerne, antefissi, maschere per getti di acqua, e grondaie.

Si vedono conchiglie, teschi umani, fra i quali uno che conserva i capelli, diversi pezzi di pane, frutti secchi, colori, bicchieri, bottiglie, vasettini diversi, misure, vasi per acqua, lampade, fibule per cavalli, campanelle, bilance, lanterne, un ago saccaie su cui sta ravvolta una cordina, briglie di cavalli, forme di pasticceria, casseruole, strigili, pinzette, amo da pesca, patere, paniere, oleari, imbuti, bracieri, misura pel grano, ecc. ecc. Si vede una statuetta di Venere alla toletta, ed un’altra ornamentale.

Negli armadii a tavolino sono riposti i modelli in gesso di quelli individui morti nella catastrofe, e che furono ricavati dalle cavità rimaste nella cenere. É da ammirarsi il quarto, che contiene una giovine donna bocconi colla testa appoggiata sul braccio. Denudata in parte dalla veste che la copriva, ne serba qualche impressione sulla spalla, ed ha tuttora visibile una treccia col nodo dei capelli nell’occipite. — E da osservarsi anche il modello in gesso di un uomo morto di asfissia. Per la sua giacitura molto placida che sembra dormire, può dirsi che costui soffocato