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emigrazione 53

Emigrazione. — Antichissimo è il costume dei montanini di questo Appennino di emigrare in inverno nelle maremme e nelle isole, come dicemmo. Varie ne sono le cagioni: 1° la qualità del terreno loro, tutto quasi di selve e di boschi, e di poca terra seminativa, dove la presenza dell’agricoltore non è tanto richiesta in ogni stagione, come in terreni più fertili, e che danno modo di allevare tutto l’anno il bestiame; 2° la povertà loro, che restano in quella stagione senza lavori: nè, come gli abitatori dei monti della Svizzera e della Germania, hanno i fragili legni da lavorare a forma di barattoli o altro, per trarne guadagno, standosi nelle loro capanne ne’ lunghi inverni sotto la neve; 3° un allettamento al guadagno in un tempo che i monti loro, le selve nude, i vuoti pecorili, non richiedono la loro presenza; 4° la facilità di trovar detto lavoro; 5° infine la dolce speranza di potere ogni anno, sul finire di primavera, far ritorno alla terra natale: speranza che nei giovani è ispirazione di poesia, in tutti poi è forte alimento d’affetti.