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regime idraulico dei fiumi | 25 |
tamenti fa posta ad effetto, in prima sull’Ombrone, poi sugli altri torrenti. Ma nonostante la utilità delle Serre, che anco il celebre idraulico Mingotti tanto raccomanda, attesa l’improvvida maniera con la quale in antico furono collocati gli argini che restrinsero l’alveo dei fiumi, mentre la natura continuò il suo processo d’innalzamento del detto alveo, avviene che questi argini, sebbene rialzati più volte, sono ancora mal sicuro schermo alle grandi fiumane. Se l’arte fosse stata meno improvvida, ed avesse tenuto gli argini discosti dal fiume, in modo da lasciare ad esso una zona di terreno per deporvi le sue alluvioni, il fiume ben diretto avrebbe stabilito il suo corso in mezzo a detta zona, formando tra la ripa e gli argini delle ampie golene, che avrebbero assicurato questi ultimi dalle corrosioni del fiume. Per tal modo la natura avrebbe impiegato le sue forze ad aumentare e rendere insuperabili quelle difese, che improvvidamente l’arte sola volle apprestare. Il qual pensiero secondo che narra l’illustre ingegnere Antonio Giuliani in un suo articolo nel Calendario Pratese 1849, raccomandando questo sistema, non era sfuggito al prelodato professor Petrini. Provvedono ora alcune deputazioni idrauliche residenti in Pistoia, ai lavori delle serre, come agli altri ripari occorrenti; dai quali, fatti a dovere e opportunamente, dipende in gran parte la prosperità di questo territorio.
Ciò quanto ai corsi naturali delle acque, e al modo usato nel regolarli. Ma oltre di questo, si è