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lontani viaggi. Quante nozioni s’imprimono fortemente
nella mente, quanto desiderio di sapere, quanti propositi, anzi bisogni, di studiare, e indagare, non
si riportano dalle escursioni alpine!
«Quanti pensieri novelli si affollano alle vostre menti, comunque siate, naturalisti, artisti, filosofi, letterati, ed in genere uomini colti! Perfino concetti di tornaconto vi verranno nell’animo: ma non voglio ora entrare in quest’ordine d’idee.
«Nè basta. Il sentimento del bello e del grande, dopo avere agito sull’intelletto per quella misteriosa armonia che è tra le facoltà umane, opera sul morale.
«Fate l’esame di coscienza, alpinisti provetti. Non vi accadde mai che un pensier men debole venisse ad offuscarvi l’animo sopra una vetta alpina? Non si hanno ivi che generose aspirazioni verso il buono, la virtù, la grandezza. Io non so se un quadro di grande artista, lo scritto di un sapiente, un discorso di eloquente oratore possa produrre nell’animo umano impressioni così profonde e così elevate quanto lo spettacolo della natura sulle vette alpine. Si direbbe che il fatidico excelsior ci sia di guida nelle escursioni, così nel campo intellettuale e morale come nel fisico.
«Se io non vo errato, o signori, l’alpinismo, come combatte nell’ordine fisico le conseguenze della vita troppo sedentaria cui ci astringe l’odierna civiltà, così ci difende nell’ordine intellettuale e morale dai perniciosi effetti del soverchio culto degl’in-