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da boscolungo ai bagni di lucca 135


metri. Scesi nel burrone: mi riposai in fondo per mezz’ora coi piedi nell’acqua; mangiai una crosta di pane e poi incominciai a salire. Per qualche tempo seguitai un sentiero, il quale per altro mi deviò per oltre un miglio dalla diritta, sino all’ingresso d’un tetro bacino, racchiuso quasi tutto all’ingiro da roccie inaccessibili. Ritornai verso la sinistra, aprendomi la via in mezzo a cespugli di faggio; finchè giunsi poco per volta sotto la cima più bassa delle Tre Potenze; e poi m’avviai diretto all’insù. Era una fatica ardua il salire per quella costa scabrosa, dove tratto tratto faceva d’uopo adoperare mani e piedi. Superate alcune roccie elevate, a circa due terzi del cammino, s’incontra un sentiero che conduce ad una cresta così stretta che poteva mettermi cavalcioni sopra colle gambe penzolanti, d’ambo i lati sopra precipizi di circa 300 metri. Giunto alla vetta, mi avvidi che aveva impiegato tre ore di più di quanto m’aveva detto il vecchio; prima perchè forse non aveva camminato di buona gamba; e poi pel giro vizioso da me fatto. Senza perder tempo scesi al Lago Nero in capo alla valle del Sestaione. Il Lago poi non è altro che un piccolo stagno tetro ed erboso; o piuttosto sono due stagni con isolotti, formati di erbacce palustri. Una serie di piccoli colli sotto il lago formano una specie d’anfiteatro intorno al capo della valle. Da ogni parte scaturiscono fontane della più pura e più fresca acqua. Camminava da una fonte all’altra per più di un’ora, cogliendo fiori e beandomi delle splendide e calde