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Chiesa di S. Bartolomeo.

In essa è rimarchevole: l’ampiezza del vaso; i dipinti del vòlto del Diziani e del Bortoloni veneti, ma più di tutto la grande Ancona in tavola di Lorenzo Lotto, segnata col nome e fatta per il conte Alessandro Martinengo nel 1516. È fra i più insigni quadri della città. Le predelle di detta Ancona sono in sacristia, ove veggonsi alcuni altri dipinti meritevoli di considerazione. Gli stalli in legno del Coro sono in parte opera giovanile di Frate Damiano Zambelli, l’unica di lui, che si vegga in Bergamo.

Lungo la via S. Bartolomeo, a destra salendo, s’alza il grandioso

Palazzo della Prefettura

compito da circa un anno a spese della Provincia. Nella sala che corrisponde al corpo di mezzo furono collocati i freschi levati d’altra sala in Gorlago presso Bergamo, opera insigne di Gio. Battista Castello scultore, pittore ed architetto, che lavorò in Genova col Cambiasio e più ancora nell’Escuriale in Ispagna. I soggetti dei freschi sono tolti dall’Odissea d’Omero: la gran Medaglia sotto il vôlto rappresenta Ulisse, che avanti ai giu-