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D’UDINE 41

cardinal Francesco Mantica, copia dell’altro erettogli nel principio del seicento in Roma alla Madonna del Popolo1.

Era l’annesso convento un gioiello per chi amava le belle arti. L’amatore infatti si abbattea nella sacrestia a dipinti di autori celebratissimi. Infra essi si distinguevano Leandro Bassano, Francesco Floriani, Vettore Carpaccio. Girando per lo convento vedeva nella camera del capitolo un ampio quadro con santi domenicani del Carneo, e nel refettorio una Cena del medesimo. Senon che prima vi esisteva l’assassinio di san Pietro martire di Bastianello Florigorio, e di lui pure il Signore seduto a mensa co’ due discepoli, notato già dal Vasari. Nell’ingresso del dormitorio si affacciava Gesù crocifisso del Sellunello, e scendendo dalla scala nel primo piano della medesima incontravansi due santi di Giovanni Martini.

SAN NICOLÒ

In questa chiesa, che altra volta serviva al convento antico fatto edificare dal patriarca Bertrando2, la tavola dell’altar maggior nella Vergine e il Bambino sopra, e nel basso coi santi Nicolò e Giovanni è replica, o copia della esistente in Venezia a san Giacomo dell’Orio di Francesco Bassano3. Dello stesso carattere appariscono alcuni piccoli qua-

  1. Vedi Capodagli 253, e Ciaconio Vitæ et res gestæ pontificum romanorum. Romæ 1677. T. 4. 308. in cui si legge l’iscrizione di Roma che è identica a questa.
  2. Valvason. La vita del patriarca Bertrando, manoscritto ec.
  3. Moschini Guida di Venezia v. 3. p. 1. 119.