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D’UDINE | 35 |
proprio convento. Dalle pareti del refettorio pendeva una Cena di Giuseppe Camerata discepolo del Lazzarini, e varj ritratti di religiosi di quell’ordine, in mezzo ai quali brillava il celeberrimo fra Paolo Sarpi, originario di san Vito al Tagliamento1 del Bombelli, e nella biblioteca in plastica, ora presso il Demanio, il busto del medesimo in atto di scrivere sopra un libro voluminoso. La mossa è bene intesa, grandiosamente piegati ne sono i panni. Bella è la testa, che mostrasi gravida de’ suoi sublimi concetti.
SANTA CHIARA
Il convento di monache, dove fu educata la più scelta nobiltà del paese, ebbe la sorte di sopravvivere all’eccidio degli altri, e serbossi all’educazione delle fanciulle. Nella chiesa, in un col convento consecrata del 1307. dal patriarca Ottobono de’ Rizzi2, al maggior altare trovasi un buon quadro d’Eugenio Pini con san Francesco, santa Chiara e il Battista. Ai lati dello stesso sorgono due angioletti in marmo coll’iscrizione Angeli et Francisci Marinali Vicentini opus 1696, artefici conosciuti, poichè han lavorato in Venezia alla chiesa principale del Lido3, ed in Verona a san Sebastiano4. Le pitture del palco dove il Quaglia condusse una delle opere le più studiate, son tutte dedicate alla Vergine. Nel qua-